I dispositivi medici per la riabilitazione neurocognitiva si fanno piccoli e portatili, a misura di paziente. Così, con la guida del medico specialista, la riabilitazione si può fare a casa propria 

Pratici, maneggevoli, alla portata di tutti ed efficaci: la biotecnologia per la riabilitazione cognitiva va dritta nella direzione dei pazienti. «Se l’obiettivo è migliorare la qualità della vita di chi ha una problematica, quando si progetta un dispositivo medico non sono ammesse “distrazioni”: il parametro è quello e si deve pensare innanzitutto a loro, i “consumatori” finali». La dottoressa Federica Peci, psicologa esperta in Neuroscienze cliniche per la riabilitazione cognitiva, è CEO di un’azienda di dispositivi medici per la riabilitazione cerebrale e spiega che i pazienti non sempre sono in grado di spostarsi per la riabilitazione. «Per questo quando abbiamo concepito il nostro dispositivo di stimolazione magnetica, la fTMS®, e poi la sua versione successiva, la fTMS® Plus, avevamo chiaro che doveva essere uno strumento tale da poter essere utilizzato sia dai professionisti sanitari che dai pazienti, anche a casa propria».  

L’ictus cerebrale rappresenta in Italia la prima causa assoluta di disabilità. Si parla di 150.000 casi l’anno, che fanno i conti con i dolorosi strascichi che quest’evento porta con sé: da problemi di movimento alla difficoltà di pensiero e linguaggio, in primis l’afasia, l’alterazione della comunicazione che impedisce di parlare, leggere e scrivere, che, stando ai dati, riguarda il 40% dei sopravvissuti. L’approccio tipico attualmente utilizzato post ictus è rappresentato dalla riabilitazione neuromotoria che cerca di esercitare e recuperare le abilità compromesse. Le più comuni sono: diminuzione della forza muscolare, mancanza di coordinazione ed equilibrio, difficoltà nella deambulazione, difficoltà a parlare e deglutire. Affiancato a questa, per potenziare ulteriormente il ripristino delle funzioni motorie e cognitive, si ricorre alla stimolazione non invasiva del cervello.  

«Il nostro dispositivo di stimolazione magnetica transcranica è la fTMS®, una biotecnologia brevettata a livello nazionale e internazionale in quanto innovativa. La fTMS® di Cerebro® utilizza infatti un magnetismo statico, quindi più vicino al funzionamento fisiologico dei nostri neuroni. Non è invasivo ed è indolore. 

È innovativo anche perché utilizza una tecnologia a doppio coil, per cui è in grado di mettere in risonanza le aree cerebrali dell’emisfero destro e sinistro» spiega la dottoressa Peci. «Sommariamente funziona così: i coil vengono posti sulla testa in corrispondenza dell’area cerebrale che si vuole stimolare, relativo al sintomo della patologia di riferimento, gli elettrodi raccolgono la funzione elettrica di base dell’area sana riproducendola a sostegno di quella danneggiata, in modo da riequilibrare i due emisferi cerebrali e migliorare la comunicazione tra loro. Il principio di funzionamento prevede, infatti, che un’area deficitaria in un emisfero possa essere supportata e potenziata dall’attività della sua area omologa nell’emisfero controlaterale. Altro importante punto di forza del dispositivo- prosegue Federica Peci- è che può essere utilizzato come supporto di stimolazione domiciliare in pazienti che seguono protocolli riabilitativi in uno studio privato e vogliono aumentarne l’efficacia anche a casa. La riabilitazione dunque si può fare a casa. A seconda delle condizioni cliniche di partenza l’obiettivo sarà una completa guarigione oppure se la ripresa completa non sarà possibile, un miglioramento della qualità di vita. La stimolazione magnetica transcranica è utile nei casi di patologie che hanno una base neurologica. Quindi non solo riabilitazione post-ictus ma anche per il Disturbo del linguaggio (ndr. dislessia, disgrafia, discalculia) e dell’apprendimento, per il Deficit di attenzione e ha dato risultati importanti anche in caso dipendenze patologiche» conclude. 

La fTMS® Plus, l’ultimo dispositivo realizzato da Cerebro®, fa anche un passo in avanti: «Il corpo macchina si presenta allo stesso modo della fTMS®, è il suo “cuore” che cambia: all’interno, infatti, si trova una batteria che permette di stimolare il cervello dal punto di vista elettrico– ma a basso voltaggio-. per aiutare aree cerebrali diversi a comunicare meglio tra loro e rafforzare le proprie connessioni. Quindi attualmente, copriamo tutti gli ambiti di stimolazione cerebrale non invasiva con la stimolazione magnetica (fTMS®) e la stimolazione elettrica (fTMS® Plus).  La stimolazione elettrica risulta vantaggiosa per fronteggiare diverse problematiche nell’ambito della riabilitazione cognitiva e motoria sia per i professionisti sanitari che per i pazienti: spesso infatti le patologie neurologiche portano con sè disturbi e sintomatologie diverse tra loro che sono gestite da aree cerebrali diverse. La stimolazione elettrica permette la realizzazione di “un ponte” con solide basi tra aree cerebrali in difficoltà migliorando così la comunicazione e la loro velocità di trasmissione dei dati».  

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