Facciamo Chiarezza: cosa sono le “onde elettromagnetiche” a cui si sta sottoponendo Fedez  

Dopo la diagnosi e la successiva rimozione del tumore al pancreas nel 2021 il rapper Fedez ha raccontato apertamente alla sua community di essere caduto in una profonda depressione sfociata poi “in attacco ipomaniacale”. Ha anche fatto sapere che per curarla ha scelto di ricorrere a un trattamento di stimolazioni transcraniche a corrente diretta (tDCS). Tanto è bastato per suscitare grande interesse nel pubblico, non solo tra i suoi fan.  

 
Cosa è la tDCS 
Ma di cosa si tratta? La stimolazione cerebrale non invasiva è da anni un valido alleato per migliorare i disturbi dell’umore e disturbi d’ansia, con effetti e benefici diversi in base all’utilizzo del campo magnetico pulsato o della corrente elettrica diretta. I nostri neuroni lavorano – soprattutto – sulla base di impulsi elettrici, e in alcune patologie si è visto che ci sono specifiche aree cerebrali che presentano una ridotta o un aumentata attività elettrica che comporta a cascata sintomi diversi e invalidanti. Bisogna ricordare infatti, a questo proposito che anche se il cervello non “fa male” non significa che non “prova dolore”. Ogni percorso riabilitativo e ogni distretto corporeo hanno la propria tecnica di riferimento: ecco, nel caso del cervello sono le tecniche di stimolazione cerebrali e strumenti come la tDCS a poter aiutare a migliorare la sintomatologia e quindi la qualità di vita dei pazienti. 

 
Nessun dolore o fastidio 

A differenza di quanto riportato in alcuni giornali è bene sottolineare che la tDCS, se utilizzata nella maniera corretta, non produce alcun dolore né fastidio. Inoltre ha basse probabilità di produrre effetti indesiderati. Detto questo resta il fatto che ognuno risponde in maniera diversa agli stimoli, siano essi interni o esterni, e in base al proprio grado di sensibilità o di soglia al dolore.  
 

In cosa consiste il trattamento 

Quando si intraprende un percorso di trattamento con tDCS solitamente viene utilizzato un dispositivo portatile che produce una bassa corrente elettrica. Oggi ne esistono di diverse tipologie in commercio. Per rendere il campo elettrico il meno invasivo possibile ci si è concentrati sull’utilizzo di un’intensità di corrente in milliampere a oggi ci sono tecnologie che utilizzano i Volt, cosa che rende la corrente elettrica entrante ancora meno percepibile, pur garantendo la stessa efficacia sulle cellule cerebrali.  

Per permettere alla corrente a basso voltaggio di stimolare gli strati superiori della nostra corteccia cerebrale è necessario utilizzare dei cotoncini o delle spugnette specifiche imbevuti di gel conduttore. In base alla sintomatologia e alla patologia del paziente si decide di apporre gli elettrodini su specifiche aree cerebrali con trattamenti che durano intorno ai 20/30 minuti a cadenza settimanale o bisettimanale.  

In alcuni casi il dispositivo può essere fornito a casa, con la possibilità di aumentare i trattamenti – sempre sotto supervisione medica.  

Come risulta evidente sfruttare questa tecnica comodamente nel proprio ambiente di casa offre un considerevole vantaggio in più: quello di annullare anche almeno l’80% dei fattori stressanti che può comportare un trattamento effettuato in un altro ambiente.  

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