Vi spiego perchè

Nella mia attività professionale mi accorgo spesso che c’è confusione in merito a questa tecnica.

Per prova ho gettato in pasto in un motore di ricerca la parola ed è risultato un po’ di tutto: sarebbe una speranza contro la maculopatia, una tecnica terapeutica per problemi alla pelle, uno strumento di riabilitazione cerebrale. Si possono anche acquistare dei dispositivi che la effettuano.

Il termine “fotobiomodulazione” si riferisce all’utilizzo della luce su specifici tessuti biologici. La luce utilizzata può essere di diverso tipo, Laser o LED, e di diverse intensità, dai 600 ai 1000 nm. La Fotobiomodulazione è conosciuta nell’ambito della medicina estetica e odontoiatrica da diversi anni. Altra cosa è l’ambito neurologico, quando ci riferiamo a questo però dobbiamo aggiungerci il termine “transcranico” che definisce il distretto corporeo su cui questa luce agisce.

La Fotobiomodulazione transcranica è una tecnica che, attraverso una luce nel vicino infrarosso, modula il metabolismo dei neuroni e grazie a questo, come dimostrato da studi scientifici, si riducono i processi infiammatori, lo stresso ossidativo e migliora della circolazione sanguigna cerebrale.

La tecnica, in ambito neurologico, è scientificamente validata come terapia. Oggi è inclusa in diversi protocolli clinici per trattare sintomi di patologie neurologiche di origine infiammatoria e per ridurre l’affaticamento neuronale, oltre che in Prevenzione, in assenza di patologia.

Con patologie neurologiche di origine neuroinfiammatoria si intendono ad esempio Alzheimer, Parkinson, “nebbia cognitiva”.  In caso di Alzheimer, la Fotobiomodulazione transcranica -opportunatamente utilizzata- ha dimostrato il suo effetto sulle funzioni cognitive, migliora la microcircolazione cerebrale e la qualità di vita. In caso di Parkinson si è visto che è efficace su funzioni motorie e cognitive e che tramite questa si ottengono miglioramenti che vengono anche mantenuti nel tempo.

È difficile pronunciarsi sulle tempistiche dei trattamenti, dipende dalla situazione clinica di partenza del paziente che effettua il trattamento e dal dispositivo utilizzato, (senza contare la guida del professionista sanitario cui ci si rivolge).

Oggi infatti esistono diverse biotecnologie che differiscono molto tra loro, quanto a metodologia e validità scientifica. Nel caso della Fotobiomodulazione transcranica consiglio di evitare di acquistare dispositivi in Rete, si tratta di applicare una luce su un tessuto cerebrale, e di rivolgersi a professionisti di modulazione cerebrale.

Di Federica Peci

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