Si chiama cineterapia e funziona nella riduzione di ansia e stress

Con l’entrata in vigore delle nuove misure anti-Covid decise dal Consiglio dei ministri sono aumentate le capienze nei luoghi della cultura. Teatri, stadi e cinema tornano a riempirsi. Una bella notizia, a proposito di cinema, anche perché, dicono gli esperti, la visione di film può produrre un vero e proprio effetto terapeutico, attraverso complessi meccanismi a livello cerebrale. 

A voler semplificare si può dire che i filmati convogliano diversi tipi di stimoli: visivi, uditivi ed emotivi. I primi hanno ripercussioni sulla sfera cognitiva, gli altri su quella emotiva.  In particolare, per la sfera cognitiva sono coinvolte diverse aree di entrambi gli emisferi cerebrali, dalle aree del linguaggio alla corteccia occipitale. 

Gli stimoli “a contenuto emotivo”, invece, vengono codificati dai circuiti neurali delle aree sottocorticali, responsabili dell’elaborazione delle emozioni. Gli studi di settore hanno rilevato attraverso test neuropsicologici e scale standardizzate che il coinvolgimento di questi sistemi cerebrali insieme produce una risposta neuronale positiva nei soggetti, specialmente in coloro affetti da disturbo lieve e moderato di ansia e depressione. 

Il paziente (e lo spettatore in generale) sente il bisogno di ritrovare nei film qualcosa che gli rammenti una storia in cui identificarsi. Entrare in empatia con il personaggio può avere un ritorno benefico determinato sia dalla capacità distraente da una condizione personale vissuta con ansia che dalla capacità di proiettarsi nel futuro, infondendo così speranza nel malato. Per questo è una simulazione che attiva il punto di vista cognitivo e facilita i rapporti sociali.

Si è visto come questo tipo di terapia poi sia efficace anche con i familiari dei pazienti colpiti da deterioramento cognitivo. Chi ne è affetto, infatti, e non riconosce più i familiari fa esperire loro una condizione di “lutto anticipato” causato dalla perdita della relazione con il paziente. L’assistenza di un familiare con disabilità può causare isolamento, forte stress e stati depressivi.

Anche in questo caso, la visione di determinati film, a seconda dell’esperienza che si sta vedendo, si è dimostrata una buona strategia di compensazione in grado di ridurre livelli di ansia e stress in quanto funge da “rispecchiamento” nelle dinamiche che la persona vive. 

 
Non a caso oggi spazi di cineterapia che sfruttano film a scopo di cura, sono presenti nelle strutture ospedaliere di diverse città, da Milano a Roma, Genova e Brescia, solo per citarne alcune, e sono dedicati sia a caregivers che a pazienti. 

I benefici che le arti visive in generale, nelle loro svariate applicazioni, apportano come supporto psicologico sono validati scientificamente e sempre di più costituiranno uno strumento per la costruzione del benessere e il miglioramento della qualità della vita.

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