Davide Spotti, massaggiatore massoterapista del Progetto Cerebro e soprattutto atleta racconta come, grazie ai trattamenti di fotobiomodulazione cerebrale, ha migliorato le sue prestazioni sportive tanto da essere stato selezionato alla maratona di Parigi 2024
Pratico sport praticamente da sempre. Ho iniziato a 11 anni con il ciclismo agonistico, ho dovuto interrompere per un po’ poi ho ripreso. Ho partecipato a 10 maratone, tra cui quella di Valencia e quella di Venezia e adesso sono stato selezionato per la maratona della 33° edizione delle Olimpiadi di Parigi 2024 nella categoria Master. L’evento si chiama Paris 2024 Marathon pour Tous.
È stato un lungo percorso: bisogna scaricare un’applicazione e registrare ogni attività svolta. A seconda del risultato ottenuto vengono assegnati dei punti. Ci sono varie sfide da superare mano mano, perfino la sera di Natale ho dovuto registrare un allenamento! Ma si fa tutto per le Olimpiadi. Per qualificarsi alle finali l’obiettivo da raggiungere era di centomila punti.
È stato molto emozionante quando ho ricevuto la mail in cui mi si diceva che avevo superato la selezione ed ero tra i runners della prima edizione delle 10 mila delle Olimpiadi di Parigi.
Il 10 agosto segna il giorno dell’impresa: correrò 10 chilometri a partire dalle 23.30. Il mio personal best – risultato migliore- finora è di 38 minuti e 45 secondi (cioè è questo il minor tempo che ho impiegato per percorrerli).
Come ci sono riuscito? Tanto allenamento, lo faccio 6 giorni su 7, tanta, tanta volontà ed entusiasmo, perché amo correre, mi fa stare bene e anche una grande dose di concentrazione, lucidità mentale. Due volte a settimana mi sottopongo a trattamenti di fotobiomodulazione cerebrale, come credo dovrebbero fare tutti gli atleti, e questo fa una grande differenza.
Durante le sedute guardo le registrazioni delle mie performances e di quelle dei top runners. Il trattamento di Fotobiomodulazione cerebrale mi supporta tantissimo su diversi aspetti. Ottimizza i miei tempi di recupero post- sforzo, riduce quasi a zero gli infortuni muscolari e mi aiuta a evitare l’over training, una situazione a cui spesso vanno incontro gli atleti che non riescono a trovare un equilibrio tra allenamento e riposo. Quando si va in sovrallenamento, infatti, è controproducente perché il rendimento cala. Io da quando uso il casco di Fotobiomodulazione cerebrale sono più lucido, concentrato, ho una maggiore consapevolezza del mio corpo, so sentire e riconoscere le mie potenzialità e i limiti.
Gli atleti spesso lavorano tanto sul fisico ed è giusto ma serve anche aver cura anche del cervello, il motore di tutta la macchina. Questo è il mio messaggio per tutti gli sportivi, professionisti o amatoriali: non dimenticate di averne cura.
Di Davide Spotti