Quando le Biotecnologie e la Psicoterapia si incontrano: «Sconfiggere la tossicodipendenza grazie all’integrazione dei trattamenti»

L’integrazione tra alcune tecniche psicoterapeutiche e di neuromodulazione è in grado di potenziare e velocizzare il trattamento dei disturbi di personalità e da abuso di sostanze, spesso diagnosticati in comorbidità.
L’ultimo studio che lo dimostra e si aggiunge così alla letteratura scientifica in questo campo è stato condotto da Alessandro Di Domenico, psicologo e psicoterapeuta cofondatore dello Studio Mind Lab® di Martinsicuro (Teramo), specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, Practitioner EMDR Europe, Terapeuta Advanced Flash Technique, Advanced Neurotrainer NeurOptimal® ed esperto in Neuroscienze®️ Comportamentali.


Il dottor Di Domenico ha firmato, infatti, lo studio “Il trattamento del disturbo narcisistico di personalità in comorbidità con il disturbo da uso di cannabis: un approccio integrato tra psicoterapia e neurobiotecnologie” in cui ha documentato il lungo percorso di un paziente con disturbo narcisistico di personalità in comorbidità con disturbo da abuso di cannabis.

«Attraverso l’integrazione dei trattamenti psicoterapici uniti alle tecniche di neuromodulazione, come la fotobiomodulazione transcranica NIR Infrared®, la stimolazione magnetica statica fTMS® e il Neurofeedback Dinamico Non Lineare NeurOptimal®, il paziente è riuscito a riprendere in mano le redini della sua vita, correggere i comportamenti disfunzionali, rielaborare i traumi psicologici e a disintossicarsi gradualmente dalla sostanza» ha raccontato l’esperto.
Una terapia durata quattro anni tra interruzioni, ricadute, ritardi, brusche riprese di richieste d’aiuto e tutta la non linearità tipica dei casi complessi come questo che, però, alla fine ha portato al risultato che si voleva ottenere. Un caso di successo che apre la strada a un nuovo modo di lavorare, in cui diverse discipline biologiche e cognitive, sapientemente calibrate, si uniscono per rafforzarsi vicendevolmente e ottenere cambiamenti positivi, stabili e duraturi nel tempo.

Dottor Di Domenico, nel suo studio ha documentato il caso di un ragazzo con un Disturbo narcisistico di personalità e da abuso di cannabis: è un’associazione frequente?
Sì, l’associazione tra disturbi psichiatrici e tossicodipendenza è una condizione molto frequente. Un’altissima percentuale di pazienti con diagnosi di disturbo di personalità o altri disturbi psichiatrici presenta una dipendenza da sostanze stupefacenti.
Il mio paziente era dipendente dalla cannabis, gli individui che regolarmente ne fanno uso spesso riferiscono che serve loro per far fronte a problemi di umore, sonno o altri problemi fisiologici o psicologici. Così facendo si contribuisce ad esacerbare gli stessi sintomi: ogni abuso che sia di sostanza stupefacente (come alcol, cannabis, cocaina, eroina o altri) o di comportamento (ad esempio dipendenza da sesso, gioco d’azzardo patologico) agisce da condotta disfunzionalmente auto-medicante che non fa altro che peggiorare la condizione psicofisica di chi se ne soffre.

Da lì ha iniziato un percorso non facile in cui ha intrecciato diversi tipi di trattamento. Ce ne parla?

Il percorso è stato sicuramente dissestato, tortuoso e pieno di ostacoli, data la scarsa motivazione intrinseca al trattamento. Ho trovato davanti a me un giovane ragazzo ‘impregnato’ di solitudine, privo di scopi esistenziali, trascurato emotivamente, incapace di parlare di sé agli altri e fortemente analfabeta nell’identificazione dei propri pensieri e delle proprie emozioni. È stato necessario, via via, mettere in atto diverse strategie per accompagnarlo a riprendersi in mano la sua vita. Raccontarlo è riduttivo, brevemente posso dire che in affiancamento alla terapia farmacologica prescritta dallo psichiatra dell’équipe dello Studio Mind Lab® di Martinsicuro, i nostri colloqui si sono contornati di interventi relazionali, tecniche di respirazione, grounding e altre tecniche del repertorio cognitivo comportamentale come l’ABC e la ristrutturazione cognitiva che lo hanno gradualmente aiutato a prendere consapevolezza dei propri stati interni e delle proprie emozioni.

Successivamente mi sono servito di tutti gli strumenti di cui disponevo per trattare il suo pesante fardello psicopatologico: ho lavorato sui suoi traumi (separazione dei genitori, violenza domestica, assenza paterna, trascuratezza psicoemotiva), utilizzando metodi efficaci e raffinati come la Flash Technique e il trattamento EMDR. In un secondo momento, ho integrato le tecniche di neuromodulazione, utilizzando il protocollo sulle dipendenze con le biotecnologie NIR® per la fotobiomodulazione cerebrale e fTMS™ di Cerebro per la stimolazione magnetica statica transcranica.

Che risultati hanno portato i trattamenti con Nir® e fTMS® Cerebro?
Già intorno alla quinta seduta il mio paziente, oltre a riferire sempre più tranquillità e serenità, sottolineava l’assenza di desiderio improvviso e incontrollabile di assumere la sostanza. Alla fine del primo ciclo composto da 10 sedute, i risultati erano rimasti stabili nel tempo. Alla fine del secondo, continuava a riferire l’assenza di dipendenza psichica e fisica.
Come ho documentato nella mia ricerca, dopo i trattamenti di neuromodulazione uniti alle psicoterapie evidence based che ho applicato sono scomparse le crisi d’astinenza e altre manifestazioni neuropsichiatriche come irritabilità, sintomi depressivi, stati d’ansia e insonnia e, di conseguenza, la voglia di consumare nuovamente la sostanza.

Per migliorare la qualità della sua vita e condurlo a comportamenti più salutistici, ho aggiunto anche l’allenamento cerebrale con Neurofeedback Dinamico Non Lineare NeurOptimal® che ha contribuito in maniera saliente ad implementare a fissare tutto il lavoro di costruzione di una serenità interiore e perseguire degli obiettivi personali. Posso concludere che tutti i trattamenti hanno lavorato sinergicamente per ottenere quei risultati dimostrati dai test psicodiagnostici risomministrati nel follow up e dal monitoraggio clinico.

Quali risultati?
I risultati degli stessi test che avevo somministrato all’inizio della terapia mostravano la remissione del disturbo da abuso di cannabis inizialmente diagnosticato, una stabilità dell’umore, dell’ansia somatica e di tratto e l’assenza dei sintomi dissociativi conseguenti al trauma complesso.

Per quanto riguarda il trattamento della personalità narcisistica, il paziente è stato aiutato ad identificare dapprima le emozioni, i propri bisogni e i desideri per poi essere educato sia al riconoscimento delle relazioni esistenti tra stati interni e variabili relazionali sia alla messa in discussione e alla modificazione delle convinzioni di base circa se stessi e gli altri. Successivamente, ha imparato a individuare e interrompere i circoli viziosi che si instaurano tra pensieri, emozioni e comportamenti, identificando gli stati problematici tipici del narcisismo (grandiosità, distacco, vuoto, depressione, vergogna, invidia, rabbia) ed è stato aiutato a sperimentare strategie più funzionali per la gestione di essi, per poi aprirsi alla considerazione dei sentimenti e delle prospettive altrui e regolare la propria autostima, promuovendo modalità più funzionali che hanno migliorato la sua qualità della vita a livello sociale e interpersonale.
Tutto ciò è stato raggiunto mediante un’integrazione tra le psicoterapie evidence based e le biotecnologie che sinergicamente hanno debellato dal punto di vista psicologico e neurobiologico le anomalie personologiche, comportamentali e neurologiche che si trovano alla base delle dipendenze.

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