Gruppo Tamponi Riabilitazione
Grazie a piani terapeutici personalizzati e integrati con metodiche all’avanguardia come la fotobiomodulazione transcranica, il Centro di riabilitazione sardo aiuta i pazienti a migliorare la qualità della vita
C’è il signor A., cinquantenne, che ha trasferito il suo lavoro d’ufficio nell’abitazione familiare in risposta ai periodi di blocco motorio, stanchezza diffusa e risvegli notturni. C’è la signora F. di 70, ha trascorso la sua vita professionale viaggiando per il paese e oggi sta riadattando il suo ambiente domestico e le sue modalità di spostamento per mantenersi il più possibile indipendente. C’è la signora B., 78 anni, che vede la sua scrittura rimpicciolirsi quando firma un documento. Descrive questa difficoltà come un segno tangibile del Parkinson, che pian piano influisce su molteplici aspetti della quotidianità, dalle cose più grandi a quelle apparentemente minori, ma altrettanto significative.
Sono alcuni dei pazienti del Gruppo Tamponi Riabilitazione che, nelle sue diverse sedi dislocate in Sardegna (Olbia, Porto Torres, Arzachena, Ozieri), da più di 40 anni prende in carico pazienti con patologie neurologiche per la riabilitazione neuromotoria e cognitiva. «Un lavoro svolto con impegno dove ogni progresso restituisce momenti di gioia condivisa quando i nostri pazienti ci dicono di stare meglio, di avere recuperato piccole autonomie: per qualcuno significa riprendere a camminare con un passo più sicuro, per qualcun altro potersi alzare dal letto senza dipendere da un familiare o ritrovare il piacere di sedersi al bar con un amico» racconta la dottoressa Francesca Spano, referente del Progetto Cerebro nel territorio sardo, insieme alle neurologhe delle sedi di Olbia e Porto Torres, le dottoresse Luisella Mannu e Antonella Carboni.
Merito di un team multidisciplinare, dell’attenzione destinata alla scelta di tecnologie avanzate e di un lavoro costante di aggiornamento nel campo della medicina riabilitativa. Il Gruppo Tamponi è infatti l’unica realtà del territorio a integrare nella riabilitazione neurologica tradizionale il trattamento di Fotobiomodulazione Transcranica, con l’innovazione del dispositivo medico NIR® Infrared brevettato da Cerebro®.
Qual è l’iter che seguono i pazienti nei Centri Tamponi Riabilitazione?
«L’inizio del percorso terapeutico è preceduto da una valutazione interna da parte del neurologo e dei professionisti sanitari del Centro come fisioterapisti, logopedisti, psicologi. Il paziente viene affidato loro per avviare un primo ciclo riabilitativo personalizzato sulla base della sua storia clinica, delle sue esigenze e del contesto di vita, ed è soggetto a monitoraggio costante».
Quanti pazienti con malattia di Parkinson sono stati trattati con l’approccio integrato di riabilitazione neurologica tradizionale e fotobiomodulazione cerebrale?
«Il Gruppo Tamponi ha arricchito il ventaglio dei servizi offerti con NIR® Infrared circa un anno e mezzo fa. Da allora abbiamo proposto il trattamento combinato a una decina di pazienti con malattia di Parkinson, con un range di età che varia dai 50 agli 80 anni. Laddove possibile abbiamo somministrato test standardizzati come l’UPDRS (Unified Parkinson’s Disease Rating Scale), la scala valutativa più utilizzata nei soggetti con malattia di Parkinson per indagare gli aspetti motori e non motori che incidono sul benessere psico-fisico della persona, come la qualità del sonno e il tono dell’umore».
Con quali risultati?
«I primi riscontri che abbiamo ricevuto dai pazienti hanno riguardato proprio il tono dell’umore e la qualità del sonno. Di frequente, già dopo i primi trattamenti, abbiamo registrato meno difficoltà nell’addormentamento e minori risvegli notturni, con il conseguente miglioramento dello stato di produttività durante l’arco della giornata. Un altro aspetto importante è l’influenza positiva sulle abilità cognitive come la capacità di concentrazione: “Mi sento più lucido, più presente” ci hanno riferito alcuni utenti raccontandoci le loro attività quotidiane. Precisiamo che ogni caso è a sé: per alcune persone i benefici iniziano a comparire presto, anche in due o tre sedute, per altre ne occorrono di più».
E per quanto riguarda gli aspetti motori?
«I miglioramenti più evidenti hanno interessato la postura, l’equilibrio statico e dinamico, la deambulazione e la capacità di coordinazione motoria. Alcuni dei nostri pazienti hanno ottenuto una riduzione dei periodi di blocco motorio e degli stati ansiosi. Risultati, questi, frutto dell’integrazione tra la riabilitazione tradizionale e la neuromodulazione, in quanto l’azione della luce nel vicino infrarosso svolge una funzione di supporto e diviene catalizzatrice dei molteplici benefici osservati nell’attività clinica».
Come reagiscono le persone quando indossano il caschetto NIR®?
«Le prime impressioni dei pazienti quando indossano il caschetto sono generalmente positive. Con la maggior parte di loro abbiamo stabilito sin da subito una buona alleanza terapeutica, altri invece, non conoscendo la biotecnologia, hanno inizialmente espresso qualche perplessità. Informare correttamente sulla sicurezza del dispositivo e sulle sue potenzialità, modulando le aspettative insieme al paziente e alla sua famiglia e promuovendo un coinvolgimento attivo, è fondamentale per rassicurare la persona e favorire l’avvio del percorso riabilitativo».
Quali sono le prospettive future del Gruppo Tamponi?
«Alla luce dei risultati positivi ottenuti finora, il prossimo passo sarà valutare l’inserimento in Azienda del dispositivo di stimolazione magnetica transcranica fTMS, per continuare ad intensificare l’efficacia dei nostri trattamenti con il sostegno dell’innovazione scientifica e potenziare la qualità dei servizi offerti per la salute e il benessere del paziente».